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Il Falchetto di Roma: 100 anni di buona accoglienza!

Ogni città ha le sue storie, i suoi personaggi, così come ogni città contiene angoli e luoghi che celano tra le loro mura il susseguirsi dei fatti e degli avvenimenti . A Roma tra i tanti luoghi testimoni della vita quotidiana uno è particolare, un ristorante, che vanta cento anni di attività.

Non sono molti i ristoranti che al mondo possono vantare tanti anni di attività. In un periodo storico come il nostro in cui vediamo tanti locali che aprono i battenti e nel breve volgere di qualche stagione li richiudono, un ristorante che vanta questo primato è una vera rarità. Era il 1916 quando la Liquoreria con cucina apriva per la prima volta gli sportelli a vetri della bottega di via Montecatini, da allora tanti anni sono passati, e tanti clienti hanno occupato quei tavoli, lasciando ognuno una segno della loro presenza, non fosse altro l'aver trasmesso ad altri la piacevolezza del luogo.

Il ristorante Il Falchetto di Roma compie cento anni, e festeggia l' evento offrendo agli ospiti per tutto il mese di Dicembre la possibilità di degustare un menù che ripercorre tutti i periodi storici che si sono susseguiti in questi anni. I cento anni di storia del ristorante hanno reso possibile che il locale si pregi del titolo di bottega storica di Roma; un esercizio del centro della capitale, a due passi dai più famosi monumenti e circondato dai palazzi storici, compresi quelli della politica. Gli ospiti che hanno abitualmente occupato i tavoli del ristorante, sono stati personaggi della cultura, della politica, della finanza.

Trilussa amava questo locale tanto che a volte consumava qui sia il pranzo che la cena, e qui sembra che abbia composto la sua prima poesia all'età di diciassette anni; anche J.P. Sartre e Simone de Beauvoir amavano la cucina del Falchetto. I politici clienti sono stati tanti, data la vicinanza con Montecitorio e Palazzo Madama: Sandro Pertini, Giulio Andreotti, Alcide De Gasperi. Ovviamente anche il mondo del cinema ha amato questo locale, tanto che Vittorio De Sica lo ha utilizzato come location del suo “Ladri di biciclette”.

Oggi Il Falchetto è guidato da Antonio Donato, patron attento e gentile affabulatore, narratore di storie e aneddoti, anche del periodo precedente la sua gestione. A fianco di Antonio suo figlio Gerry, che in cucina guida la brigata, senza tralasciare la sua passione per i dolci. Antonio è un saggio conduttore, che ben conosce il mestiere, e riconosce il valore del lavoro della cucina per il successo del ristorante; ma è convinto che la soddisfazione del cliente si raggiunga attraverso il lavoro della sala: il cameriere è la vera anima, colui che sa intrattenere e ottemperare alle esigenze dell'ospite; colui che sa correggere con le sue parole un possibile errore della cucina, o meglio ancora sa interpretare ed indirizzare il desiderio di colui che siede a tavola.

Oltre ai tanti aneddoti di personaggi famosi, Antonio, un distinto signore di ... anni, racconta anche di quei semplici clienti, come una coppia stranieri che seduta ad un tavolo mostra un conto di duemila lire, pagato al Falchetto qualche anno fa. Oppure di quella signora che ospite del ristorante assieme al marito, non ha mangiato nulla di quello che ha ordinato, lasciando il cameriere nella completa costernazione; tornata la sera successiva, con sorpresa del cameriere, ordina tutto dall'antipasto al dolce mangiando tutto, con la soddisfazione dell'addetto al servizio, che si rende conto che l'artefice della trasformazione è un prezioso anello che fa bella mostra di al dito della signora, regalo del marito che ha esaudito un desideri del giorno precedente. Storie di ristorante, storie di tutti i giorni; colte dalla sensibilità professionale di un uomo che ha fatto della soddisfazione del cliente la propria religione: Antonio.

La sensibilità professionale di questo patron che ha voluto celebrare i cento anni del locale studiando un menù speciale per il centenario.

Il menù del centenario è una proposta di piatti e ricette che attraverso tutto questo secolo di storia di cui Il Falchetto è stato protagonista, testimoniano una tradizione della cucina romana capace di soddisfare generazioni di buongustai, indigeni ed internazionali. La cucina di questo ristorante è limpida, corretta e piacevole; che può incontrare anche piccole incomprensioni, ma che innegabilmente è osservante delle regole della buona condotta: rispetto della materia prima, osservanza delle regole e delle tecniche necessarie a che dai fornelli escano piatti capaci di soddisfare anche i palati più attenti. Il motto del ristorante è: HIC TRADITIO HABITAT, qui dimora la tradizione, proprio a testimonianza del rispetto di una cultura gastronomica centenaria.

Il menù del centenario si compone di proposte tipiche della cucina romana, di cui il Falchetto tramanda tutte le specialità. Gli antipasti sono: i fritti, vegetali, i fiori di zucca ripieni di ricotta, il filetto di baccalà in pastella al cognac; per proseguire con l'impeccabile carciofo alla romana, non farcito e la mentuccia la si trova nel condimento. Nei primi due grandi classici della cucina romana, ormai una vera rarità nei menù della ristorazione capitolina: La minestra di broccoli e arzille e la pasta e ceci come la facevano le nonne di una volta. Il secondo proposto in questa lista speciale del centenario è un filetto ai funghi porcini su crosta di pane. Per chiudere i dolci: tortino di castagne ripieno di di mele flanbè rum e cannella, seguito da tozzetti e biscotti.

Ogni portata è abbinata con dei vini selezionati appositamente dalla casa, che si sposano alla perfezione con le pietanze proposte.

Ovviamente per chi volesse allargare il suo percorso sulla tavola romana, può approfittare del menu tradizionale, dove i grandi classici sono protagonisti assoluti: amatriciana, carbonara, cacio e pepe, petto di vitella alla fornara ecc, ecc, Le specialità del Falchetto non si fermano ai confini della città, ma si spingono sino al mare, una selezione del pescato giornaliero del litorale fa bella mostra di se nella vetrina all'ingresso del ristorante,

Chiudiamo queste poche righe con una frase di Antonio Donato, che comprende completamente la sua filosofia:" E' il cuore il motore di un ristorante. Senza di quello non ha un'anima".

Antonio Donato e il suo impeccabile staff

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