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Le origini della grappa sono antichissime: le prime distillazioni avvennero in Mesopotamia tra l'ottavo e il sesto secolo avanti Cristo, ben presto questo metodo si applicò anche al vino. Si narra che ad introdurre il distillato di vinacce nel mondo romano fu un legionario che nel primo secolo a.C. di stanza in Egitto, tornando a Roma trafugò un impianto di distillazione, e una volta arrivato in Friuli, distillò le vinacce del vigneto assegnatogli. Nel Medioevo si diffuse l'uso della grappa, tanto che la troviamo citata in numerosi volumi anche di alchimia e medicina. Come medicamento, la grappa è stata utilizzata fino ai primi anni del Novecento: sino a pochi anni prima era considerata una bevanda di basso livello, infatti venivano distillate le vinacce di vitigni più disparati senza far molta attenzione al gusto, rimanendo ancorati solo alla gradazione alcolica. Fu solo alla fine dell'Ottocento che si cominciò a distillare in monovitigni: primo fu il moscato, che produceva una grappa morbida e gradevole. Ma il marchio di distillato dozzinale è rimasto impresso alla grappa sino a pochi anni fa. Oggi invece si producono ottimi distillati che se invecchiati possono raggiungere livelli di gradevolezza da far invidia ai più quotati distillati internazionali. La denominazione grappa è una esclusiva italiana, infatti questo appellativo si attribuisce solo al distillato o acquavite di vinacce, grazie ad un regolamento europeo in vigore dal 1989. In Italia si produce grappa in ogni regione, ma i distillati più apprezzati provengono dal Piemonte,dal Friuli, dal Veneto e dal Trentino.



In quest'ultima regione si stanno compiendo sforzi notevoli per far meglio apprezzare il distillato nel mondo dei buongustai: il primo passo è stato sicuramente quello di elevare il livello della produzione e del controllo delle fasi di lavorazione. Diversi produttori si sono uniti in una severa obbedienza al disciplinare e sotto un ente denominato Istituto di Tutela della Grappa del Trentino. L'istituto garantisce che le grappe appartenenti siano realizzate solo con vinacce del territorio altrimenti non potrebbero fregiarsi del simbolo del tridente, il marchio appunto rilasciato dall'istituto.

Percorrendo l'autostrada del Brennero, lasciando alle proprie spalle il Veneto, si entra appunto in Trentino. Il viaggiatore si stupisce del panorama, la strada costeggia l'Adige, le montagne ricche di vegetazione sembra che diano protezione al paesaggio, e tutto intorno è una rigogliosa coltivazione di vigne e di frutteti. Sembra di navigare nel verde, quasi ci si meraviglia di tante vigne, che da sempre sono un orgoglio della regione. E' grazie a questi vigneti che la produzione di grappa qui è da sempre regina. La grappa trentina nasce da una tradizione familiare che si è tramandata di padre in figlio per secoli. Il suo uso si è così radicato nel territorio che uqasi tutte le famiglie producevano grappa in proprio.

Oggi in Trentino sono presenti ventotto delle centoventi distillerie sparse sul territorio nazionale, le quali immettono sul mercato solo l'otto per cento dell'intera produzione nazionale. Questo significa che si lavorano solo poche vinacce e freschissime, che garantiscono qualità ed eccellenza di profumi ed eleganza. La produzione avviene grazie ad un metodo detto a bagnomaria; un sistema di alambicchi inventato da Tullio Zadra a metà del Novecento. Le vinacce vengono introdotte nella caldaia, in quantità ridotta, e grazie al calore indiretto si riscaldano lentamente in modo uniforme e costante creando la così detta cotta delle vinacce. La lenta lavorazione si svolge sotto il costante controllo del mastro distillatore, che con la sua abilità sa regolare la temperatura e sa separare al momento giusto il cuore del distillato dalla testa e dalla coda ( cioè inizio e fine della distillazione, la parti che potrebbero conferire difetti alla grappa). In questo territorio ogni valle ha la sua grappa: qui la tradizione di distillare nasce anche grazie alla vocazione del terreno ad essere coltivato a vigna, quindi un territorio vocato alla produzione di vino e quindi di vinacce pregiate.



Come il vino, la grappa si connota rispetto al territorio o meglio alla valle di provenienza, la Valle di Cembra dona Grappa di Muller Thurgau, la Piana Rotaliana produce grappe di Teroldego, dalla Valle dei Laghi proviene la grappa di Nosiola, dalle colline d'Isera arriva la grappa di Marzemino. In ogni valle una grappa, una tradizione che si ritrova in ogni bottiglia, che racconta la storia del territori e degli uomini e delle loro famiglie che hanno saputo conservare un valore unico ad un prodotto antico che ha saputo rinnovarsi e raffinarsi seguendo i gusti moderni e contemporanei.


Alessandro Marzadro


Come una volta quasi la totalità delle distillerie è di proprietà familiare, ancora oggi la tradizione vanta un passaggio di generazioni naturale, quella della grappa è una passione che si insinua sin da piccoli, giovani preparati che con orgoglio continuano e coltivano una impresa che non solo si rivela economica, ma sopratutto è culturale. Come nel caso di Alessandro Marzadro, che dal nonno, da suo padre Stefano e dalla prozia Sabina, la formidabile fondatrice, ha imparato l'arte del distillare: oggi con papà Stefano si prodiga per la diffusione di una giusta filosofia del bere grappa, ma sopratutto per produrre grappa di alta qualità, in quel di Brancolino di Nogaredo, da dove il nonno cominciò a distillare magistralmente. L'azienda è leader nella produzione di tutte le tipologie di grappa, dalle giovani alle stravecchie. Infatti la grappa può essere giovane o invecchiata; la prima si presenta trasparente, mentre la seconda assume un colore ambrato più o meno intenso, che dipende dal tipo di legno in cui è invecchiata e dal periodo di permanenza in botte. Entrambe devono presentarsi limpide, i profumi che le varie grappe sprigionano sono molteplici: vanno dall'erba alla frutta, dal vino delle vinacce ai fiori. Per meglio degustare è consigliabile utilizzare il bicchiere a tulipano, che assicura la giusta superficie di ossigenazione e un'ideale percezione dei profumi. La grappa, oggi, grazie all'impegno dei distillatori, non solo del Trentino, è finalmente libera dalla connotazione di alcolico di basso rango, la qualità del prodotto è il simbolo della modernità del distillato. Quella qualità che, in Trentino, sin dagli anni sessanta del novecento è garantita dall'Istituto di Tutela della Grappa del Trentino, di cui il presidente Mirko Scarabello oggi si impegna a diffondere sul territorio nazionale, cercando di contribuire alla crescita qualitativa del prodotto, grazie alla diffusione di quella cultura che ha reso la grappa trentina unica.








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