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Risotto allo zafferano ed erbe spontanee



di Marco Rossetti


L'Italia è un paese meraviglioso, nasconde scorci di paesaggi inaspettati, meraviglie naturali stupefacenti, sembra che percorrendo qualsiasi strada o sentiero si scoprano continuamente bellezze inaspettate e rimaste segrete per secoli, come se noi fossimo i primi a scoprirli. Queste sono le emozioni che ho provato la prima volta che mi sono ritrovato nel Parco del Ticino, una zona che sembra incontaminata, un percorso emozionante tra le risorgive e antichi monasteri, dove l'acqua del fiume scorre veloce tra i boschi e le risaie. Qui ho trovato un amico: Gabriele Corti, che ha voluto riportare in auge i valori contadini di questo territorio e con essi i sapori di una cucina schietta, dal valore campagnolo, ma sapiente nel valorizzare la tradizione. Gabriele nella sua Cascina Caremma non solo ripropone una agricoltura moderna e biologica, ma attenta ai valori contadini di una volta, così come la cucina della sua osteria all'interno della Cascina; ne è un esempio questo risotto dove le erbe spontanee forniscono l'ingrediente principale, che Gabriele ha voluto impreziosire con un poco di zafferano.


Ingredienti per 4 per il Risotto allo zafferano ed erbe spontanee


320 gr. di riso

60 gr. di burro

2/3 di bicchiere di vino

350 gr. di farinello, malva, sambuco, ortica e papavero

2 gr. di zafferano

50 gr. di Grana

1 lt. di brodo vegetale

sale e pepe nero


Procedimento per il Risotto allo zafferano ed erbe spontanee


In un tegame far sciogliere 40 gr. di burro, versare il riso e farlo tostare. A tostatura ultimata irrorare tutto con il vino, far evaporare l'alcol e aggiungere le erbe sminuzzate. Far insaporire il riso con le verdure e aggiungere un mestolo di brodo, continuare a cuocere il riso a fuoco medio, continuando ad aggiungere brodo mano amano che il riso lo assorbe. A due minuti prima che il riso sia completamente cotto, chiudere il fuoco aggiungere il burro rimasto e lo zafferano, mantecando continuamente., dopo un minuto aggiungere il grana e mantecare ancora, servire guarnendo il piatto con un fiore di malva.

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