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Azienda Agricola Fornacelle



In uno dei territori più vocati alla viticoltura, quel tratto di terra che costeggia il mare, dove si identifica la denominazione di origine di Bolgheri, sorge l'azienda agricola Fornacelle. Un tempo di proprietà dei Conti della Gherardesca. Il nome della tenuta lo detta la storia, infatti qui si trovano reperti di antiche fornaci. La famiglia Billi-Batistoni da quattro generazioni gestisce la tenuta, ma solo nel 1998, quando Stefano Billi prende le redini della fattoria avviene l'implementazione delle vigne. Vigne e cloni sono selezionati in base ai terreni in cui vengono impiantati. La catena di colline che corrono parallele al mare dalla Val di Cornia alla Val di Cecina, crea una specie di corridoio nel quale le correnti aeree si muovono in condizioni ottimali per la coltura della vite. Il ha caratteristiche molto variabili da microzona a microzona, fattore questo che contribuisce, se ben gestito, a dare grande complessita’ ai vini Bolgheri.


il Fornacello, un Sémillon fermentato in legno


Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc ed altri, hanno trovato nella regione, delimitata dall'Anfiteatro Bolgherese, una loro nuova splendida patria. Mentre per i vini bianchi vengono contemplati per la maggior parte vitigni locali Vermentino e Fiano, poi Sauvignon Blanc e Sémillon, Un’attenta e personale gestione del vigneto, in ogni sua fase, consente di ottenere ogni anno una vendemmia singolare e di qualità. Per la vinificazione vengono utilizzate tecniche moderne e tradizionali, che vanno dalla fermentazione e macerazione in acciaio a temperatura controllata, alla vinificazione in barrique chiuse o aperte. A seconda del tipo di uva, cambia il metodo utilizzato, al fine di ottenere vini territoriali ed eleganti. Questa interessante realtà, nella persona di Silvia Menicagli moglie di Stefano Billi, ha presentato la produzione dell'ultima vendemmia e dei vini entrati in commercio in questi mesi. L'evento si è svolto nella elegante cornice del ristorante Al Ceppo di Roma, dove la magistrale e raffinata conduzione della patronne Cristina ha suggerito succulenti piatti da abbinare ai vini di Fornacelle.


Deliziosi i tortelli al cacio e pepe del ristorante Al Ceppo


Ad introdurre questo excursus attraverso i calici del nettare di Bolgheri è stato Zizzolo, nome toponomico di una vigna. E' un Vermentino D.o.c un vino versatile ottimo dall'antipasto fino ad accompagnare secondi di pesce o carni bianche; un Vermentino che mostra meno acidità di quella tipica del vitigno. Il secondo step è stato il Fornacello un Semillon fermentato in legno, secondo vino bianco dell'azienda. Questo vitigno è stato impiantato per il suo gusto e per la sua facile ambientazione nei terreni della Fornacella. A questo vino Cristina ha pensato di abbinare un flan di crescione su vignarola e una croccante pasta di pane al forno con formaggio; un piatto leggero dal gusto raffinato nonostante la presenza del guanciale della vignarola. .Ha seguito sempre come entrata una crema di fagioli zolfini, piatto deciso dalla personalità contraddistinta dalla forza del fagiolo autoctono; che si abbinava al Zizzolo rosso un Bolgheri DOC composto da un 60% Merlot , 40% Cabernet Sauvignon., vino ben strutturato fruttato e vegetale. Come primo piatto donna Cristina ha proposto dei ravioli ripieni di cacio e pepe su crema di zucchine, dove l'ortaggio mitiga alla perfezione la sapidità del raviolo, creando sul palato una esplosione di gusto persistente ma non invasivo. A questo piatto Silvia ha voluto abbinare due annate di Bolgheri Superiore DOC il 2015 e il 16, chiamato il Guarda Boschi. Il 2015 al naso risulta speziato ed erbaceo con sentori di pepe, al palato molto gradevole con note tanniche, di corpo medio con una buona persistenza. La differenze con il 2016 sono sottili, si può percepire una rotondità maggiore nel 16 tipica delle annate pari. Il Guarda Boschi è composto da un 60% Cabernet (30% Cabernet Franc, 30% Cabernet Sauvignon), 40% Merlot. Invecchiato 12 mesi in barrique, e si può immettere sul mercato nel gennaio di due anni dopo l'anno della vendemmia. Questi vini restituiscono una buona salinità, che denota la vicinanza del mare alla vigna.


L'Erminia, il Merlot in purezza dedicato da Silvia alla figlia


La degustazione dei rossi è proseguita con Foglio 38, un 100% Cabernet Franc, intenso e complesso al naso, con profumi di frutti rossi con lievi sentori tostati. In bocca rilascia un gusto pieno e rotondo ben equilibrato, con una persistenza lunga. Al quale si è affiancato Erminia 100% Merlot. Anche questo intenso e complesso con profumi frutta rossa, matura, con sentore di speziate e di pepe. Al palato rilascia un tannino potente ma elegante, ma dalla piacevole freschezza. Da piedistallo a questi vini è stato scelto un piatto di carni bianche: vitello e agnello croccanti su letto di cicoria ripassata, un piatto semplice ma di un gusto raffinato che ben si armonizzava con i due vini abbinati. Il viaggio si conclude con il dolce, sia per quanto riguarda la cucina che i vini. La pasticceria ha proposto un gelato al frutto della passione con cioccolato bianco bruciato. Il vino abbinato è stato Vincenzino, dedicato al padre di Stefano Billi. Un bianco dolce realizzato con uve di Fiano di Avellino raccolte in vendemmia tardiva; questo vino si fa solo negli anni che il tempo lo permette, e viene vinificato solo in acciaio. La stranezza di trovare il Fiano in Toscana è presto risolta: infatti dagli esperimenti effettuati nel grossetano si è capito che il vitigno poteva essere impiantato anche in territori vicini al mare. Questo viaggio tra i vini di Fornacelle è stato non solo interessante e avvincente ma anche formativo, perchè ben rappresentano il territorio, quel Bolgheri famoso nel mondo, assieme a tutti i grandi vini italiani.


Dessert al passion fruit e cioccolato bruciato del ristorante Al Ceppo


La produttrice Silvia Menicagli durante la presentazione dei suoi vini


Il magnifico Bolgheri superiore Foglio 38

Flan di crescione su vignarola con "cascione"

Il Bolgheri Zizzolo

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