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Dianella, Il vino di Vinci


Ai giorni nostri è difficile conoscere delle persone affabili, gentili e cordiali, in modo particolare nel mondo del vino, dove è frequente incontrare donne e uomini mossi prevalentemente dalla diffidenza.

Ieri sera ho conosciuto Francesco e Veronica Passerin d’Entreves, una coppia dalla spontaneità rara, caratteristica che si ritrova nella sincerità dei vini da loro prodotti. L’azienda è Dianella, situata sulle colline di Vinci, città natale del grande Leonardo, a pochi chilometri di distanza da Firenze.

Siamo nel Montalbano, micro zona del Chianti, una catena di colli che si estende per 16.000 ettari tra le provincie di Firenze, Prato e Pistoia. Una terra da sempre vocata alla produzione di vino. Dianella non fa eccezione e quando nel 2003 Francesco e Veronica si trasferiscono in azienda fanno loro la filosofia delrispetto delle tradizioni e del terroir. La puntuale attenzione a questi valori si riflette in tutti i vini ed in tutto ciò viene fatto a Dianella. Un ulteriore passo in questa direzione è stato compiuto nel 2014 anno nel quale la conduzione enologica è stata affidata a Franco Bernabei, storico sostenitore del terroir, dei vitigni autoctoni e del Sangiovese vitigno maggiormente rappresentato in azienda. La scelta di seguire la coltivazione biologica è stata quasi obbligatoria: perché alterare le peculiarità del vino aggiungendo alla produzione prodotti chimici?

Ma è obbligatorio raccontare che Veronica in questo contesto ha voluto ricreare qui a Vinci la vigna di Leonardo. Il grande genio non avendo ricevuto in eredità le vigne di famiglia nella cittadina natale, lui era figlio illegittimo, per tutta la vita desiderò una sua vigna, riuscì a realizzare il suo sogno grazie a un dono di Ludovico il Moro, il grande maestro nel 1498 dipingeva l'Ultima Cena, nel refettorio di Santa Maria delle Grazie.nei pressi della chiesa esisteva una vigna che fu oggetto di dono da parte dello Sforza a Leonardo. Di quella vigna, ancora in essere, Veronica d'Entrves è riuscita ad ottenere dei tralci di potatura da reimpiantare a Vinci

Francesco e Veronica hanno voluto far conoscere ad un pubblico romano ben addentrato al mondo del vino alcune delle loro bottiglie, offrendo una degustazione dei loro vini abbinata ad alcuni piatti di Francesco Apreda, nella splendida cornice della terrazza del ristorante Idylio dell’albergo The Pantheon Iconic Rome Hotel.


La splendida terrazza romana del ristorante Idylio


La degustazione è cominciata con delle bollicine: Maria Vittoria and Ottavia, uno spumante brut realizzato col metodo charmat, da uve di Vermentino, di radice prevalentemente autoctone e sarde. Vino con personalità, aromatico con note di spezie. Dall'inconfondibile mineralità, che distingue tutti i vini di Dianella.

Si è proseguito con Orpicchio, un vino che nasce da un progetto del 2009 a seguito della selezione di vecchi biotipi di trebbiano presenti in azienda. Le caratteristiche del grappolo, la sua catalogazione e verifica ampelografica ha identificato il vitigno Orpicchio. Da una selezione dei vari biotipi e dalla loro riproduzione è stato realizzato un vigneto dedicato mantenendo il più possibile le caratteristiche di biodiversità. Un bianco dallo stile elegante e della tradizione riscoperto a Dianella ma con una sua identità.

Si è passati poi ad un rosè ottenuto da uve Sangiovese, vendemmiate a mano precocemente, nelle stesse vigne del Chianti Classico. Ottenuto con pressatura soffice si presenta con buona mineralità, e persistenza, un vino fresco ma di struttura.

La degustazione è proseguita poi con il Chianti Riserva del 2016, ottenuto da uve provenienti dai vigneti più vecchi e vocati dell’azienda, affinate in botte grande. È un vino blasonato, morbido ed equilibrato ma di grande potenza. Ha un gusto deciso e capace di esaltare i palati più difficili. Raffinato ed elegante, si abbina perfettamente ai piatti della più alta tradizione della cucina toscana ed italiana.

Penultima tappa di questo percorso tra i vini di Dianella: il Matto delle Giuncaie, nasce dalla selezione delle migliori uve Sangiovese, affinate in piccole botti di rovere francese di secondo passaggio. È un Sangiovese che esprime l’essenza del terroir di Dianella e che sa regalare emozioni speciali; vino di grande complessità ottimo da meditazione e se accompagnato a piatti di cacciagione, carni alla griglia e formaggi stagionati.

Si chiude come sempre con il dolce Vendemmia Tardiva: un vino intenso e morbido che avvolge il palato, perfettamente equilibrato tra la parte zuccherina e l'acidità. e' vino persistente e complesso. Ideale per il fine pasto ma anche in abbinamento con formaggi stagionati ed erborinati oltre che con il paté toscano ed il fois gras. Delizioso con i dolci al cucchiaio ed il cioccolato ed una insuperabile cheese cake. In buona sostanza un viaggio, questo tra le bottiglie di Dianella che ci ha fatto scoprire vini capaci di raccontare alla perfezione un territorio e la sua storia.


Francesco e Veronica Passerin d’Entreves con Livia Berardelli






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