Ricetta di Favio Gargiulo

Tarantella sorrentina

Ecco a voi un piccolo capolavoro di pasticceria salata, degno dell'inventiva e della creatività dello chef Favio Gargiulo ( si scrive proprio così): una soffice cupoletta di Pan di Spagna farcita con crema di formaggi, noci di Sorrento, pomodori San Marzano secchi e zest di limone di Sorrento


 
Dose per 8 persone….a seconda della grandezza della semisfera se ne possono ottenere di più:


 
per le cupolette:
 

 
5 uova medie
 

 
60 gr di zucchero
 

 
140 gr di farina 00
 

 
10 gr di succo di limone
 

 
2 gr di sale


 
Per la farcia:
 

 
200 gr di ricotta fresca vaccina
 

 
100 gr di mascarpone
 

 
50 gr Trito di noci di Sorrento
 

 
Zest di limoni di Sorrento
 

 
4 pomodori San Marzano secchi tritati
 

 
Timo limonato 2 gr di sale.


 
Per il fuso:
 

 
150 gr di provolone del Monaco
 

 
500 ml di panna fresca
 

 
Zest di limoni


 
Procedimento:
 

 
importante…gli ingredienti devono essere a temperatura ambiente..
 

 
montare le uova con lo zucchero e il sale nella planetaria fino ad ottenere un composto spumoso e che abbia triplicato il suo volume,a metà lavorazione aggiungere il succo del limone e continuare a montare per altri10 min. Aggiungere a mano la farina finemente setacciata(2 volte) e mescolare dal basso verso l’alto facendo attenzione a non lasciare grumi, riempire le semisfere e infornare a 180° per 10 min.
 

 
Intanto montare nella planetaria la ricotta con il mascarpone, il timo limonato e lo zest di ½limone non trattato,aggiungere il trito di pomodori (a punta di coltello) il trito di noci (grossolane) e il pizzico di sale.
 

 
Tagliare a metà le cupolette, svuotare leggermente il centro e bagnarle con latte(pennellare)anche in superficie…farcire e lasciar riposare.
 

 
Mettere sul fuoco la panna con il provolone…lasciar ridurre fino ad ottenere una crema densa,aggiundere lo zest e spegnere.
 

 
Colare la crema sulle cupolette e servire con gheriglio di noce e julienne di limone.

Lievito Padre di Favio Francesco Gargiulo, maestro panificatore docente dell'Università della Cucina Mediterranea:
 

 
"a chi mi chiede perché il mio lievito non è lievito Madre, ma lievito Padre, rispondo che l’alimento che nei secoli e nei millenni ha sfamato popoli interi è stato ed è tutt’oggi il Pane….la parola Pane trova le sue origini nel sanscrito dalla radice PA- che vuol dire bere…o meglio nutrire..sostenere… come alimento fondamentale della nutrizione umana, cosi come alla parola Padre dalla stessa radice è legato il concetto di nutrizione e protezione,da li anche Pati (antenato) e Pater..appunto Padre.
 

 
Pertanto per me che sono nato come panificatore,che mi emoziono nel veder nascere dalle mie mani l’alimento più povero e più ricco del mondo…il suo profumo…la fragranza..il colore…tutto sa di Buono,per me quindi il Lievito, che è parte integrante di tale magia, ha la forza del LIEVITO PADRE"