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ORV – Oltre le Radici della Vite: il vino di Orvieto in 5 diverse interpretazioni



di Marco Rossetti


Molti comunicatori dell'enogastronomia si sono lamentati che in Italia manchino sistemi organici di comunicazione per il prodotto italiano.

Troppo spesso il singolo produttore promuove la sua attività e il frutto del suo lavoro individualmente. Che questo fenomeno sia dovuto ad una carenza sistematica nazionale o all'educazione del coltivatore non sappiamo, ma quello che stiamo constatando in questi ultimi anni è una corrente contraria. Molto spesso piccoli o grandi produttori si associano o si consorziano per far conoscere la loro produzione. Capofila in questo movimento è, ancora una volta, il mondo del vino. Con maggiore frequenza nascono associazioni di viticoltori di una zona o di un vitigno, che si aggregano per meglio far conoscere i loro vini. La ORV è tra queste associazioni.

Si tratta di un neo gruppo di viticoltori che vogliono rilanciare il vino di Orvieto: sono 5 produttori riuniti dall’intento di far conoscere la vera essenza di questa denominazione, seguendo il progetto comune di farla emergere presentandola per le reali potenzialità. Le campagne orvietane poggiano su un terreno collinare di tufo, su strati argillosi che si sono formati e succeduti nei secoli per le eruzioni dei vulcani Volsinii, per la pioggia e il vento che ne hanno scolpito le forme. La produzione del vino Orvieto, frutto, articolo, merce ed oggetto di punta dell’agricoltura umbra, non si è mai fermata, attraversando le varie epoche e periodi storici.

Sono cinque aziende familiari con una storia. Il tempo ha permesso loro di prendere coscienza del valore delle vigne, delle varietà autoctone, del terreno, determinandoli a trasmettere tutto ciò nei loro vini. Conoscere i vini di queste cinque aziende è stata una piacevole sorpresa, vini che si distinguono per la piacevolezza al palato e per la facilità di abbinamento ai cibi. Sono: Azienda Sergio Mottura, Palazzone, Le Velette, Madonna del Latte, Neri.

Ogni vino si presenta con le proprie caratteristiche, dovute alla diversa costituzione dei terreni sui quali sono impiantate le vigne. Abbiamo degustato due vini per ciascuna azienda, due annate diverse che presentano le stesse caratteristiche: la differenza è dovuta solo alla diversa maturazione data dagli anni. Infatti la degustazione si è sviluppata tra due annate particolarmente significative, il 2014 e il 2020: di queste ultime diamo un breve resoconto


Mottura: Trugugnano Orvieto secco doc 2020 sentori floreali, erbe aromatiche: salvia e timo, fondo balsamico, Caratteristicamente secco con finale leggermente aromatico, rotondo con buona persistenza.


Palazzone Terre Vineatae bouquet ampio e avvolgente, frutta bianca e gialla, frutta secca e scorza di agrumi. Vellutato al palato, caratterizzato da acidità e sapidità con finale di mandorla verde


Le Velette Lunato Orvieto Classico Superiore 2020: profumo intenso e vegetale. Sapido ma ingentilito da sfumature di fiori gialli, nota finale quasi dolce con delicata sensazione amara, ricorda il miele di corbezzolo, note di mandorle e nocciole, erbaceo e radici di genziana.


Madonna del latte Orvieto Classico Superiore 2020: elegante, fresco e secco, con sfumature di mela fragrante e fiori di prato, molto minerale. Termina con un leggero retrogusto di mandorla amara.


Neri Ca' Viti Orvieto Classico Superiore 2020: riprende la particolarità del territorio; gradualmente si affacciano le sensazioni di aromi di fiori gialli e frutta fresca. Rotondo e minerale.


La nostra è una speranza: che l'esperienza della ORV sia raccolta da altri vignaioli, dettata dall'esigenza di valorizzare territori e vini che sono il vanto dell'enologia italiana-



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