Etichettatura "a semaforo" per i nostri prodotti? E' d'obbligo il buon senso
«Giustissimo decretare l’obbligo d'origine in etichetta per il latte e anche per tanti altri prodotti del nostro vastissimo patrimonio dell’agroalimentare ‘made in Italy’. Il fine, da noi sollecitato e condiviso da sempre, è una informazione semplice, giusta e chiara ai consumatori per una corretta educazione alimentare. Un obiettivo che non si raggiunge con un semaforo che, anzi, è fuorviante perché mette all’indice numerosi prodotti riconosciuti universalmente sani, a partire dall’olio extravergine d’oliva». Lo ha sottolineato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, a proposito della nuova etichetta con diversi colori, in uso in Gran Bretagna, ora facoltativa in Francia e allo studio anche in Belgio.
L’etichetta nutrizionale a semaforo indica con i bollini rosso, giallo o verde il contenuto di nutrienti critici per la salute come grassi, sali e zuccheri, ma non basandosi sulle quantità effettivamente consumate, bensì solo sulla generica presenza di un certo tipo di sostanze.
Il “Nutriscore” discrezionale scelto dal ministro della salute francese, a parere di Confagricoltura, è diverso da quello inglese perché valuta l’apporto nutrizionale e non i singoli prodotti. «Non risolve, però, il problema di fondo - ha spiegato Giansanti - quello di etichettare i prodotti agroalimentari in modo semplice e chiaro, anzi addirittura lo complica. Non indicare le porzioni medie degli alimenti, ma esclusivamente il contenuto per cento grammi, come sottolineano gli esperti, confonde i consumatori. Chi mangerebbe 100 grammi di olio extravergine d’oliva? E chi si limiterebbe a bere solo un mezzo bicchiere di bibita?».
L’Italia è il primo paese dell’Unione Europea per numero di prodotti agroalimentari riconosciuti a “Denominazione d’origine protetta” (DOP) e ad “Indicazione geografica protetta” (IGP), molti dei quali diventano ‘a rischio’ con l’etichettatura a semaforo. «Si rischia così - ha osservato Giansanti – di mettere in gioco anche l’export dell’agroalimentare una delle voci più importanti della nostra economia, che per il nostro Paese conta per oltre quasi 40 miliardi di euro».
«Un altro primato degli italiani è anche quello di essere il popolo più sano del mondo – ha concluso il presidente di Confagricoltura –. E non è un certamente un caso, ma il risultato della dieta mediterranea fatta proprio da pasti composti dal giusto equilibrio tra ortofrutta, carne, latte, olio extravergine, vino e formaggi: i nostri capolavori dell’agricoltura tipici e tradizionali che tanto successo hanno sulle tavole universali. Il buon senso ci ricorda che la sana e corretta alimentazione poggia proprio su questo».
Tabella – Esportazione dei principali prodotti agricoli e agroalimentari nel 2016 (valore – miliardi di euro)
Elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati Istat