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il "Softpower" della cucina italiana nel mondo


Non vi è dubbio che il mondo agroalimentare italiano sia un veicolo tra i più importanti per il Made in Italy nel mondo. L'anno scorso l'Expo ha rappresentato un momento significativo per divulgare il sistema Italia agroalimentare. Decine di migliaia di visitatori provenienti da tutto il mondo, in quella occasione, hanno potuto approfondire le proprie conoscenze sui territori e sui prodotti italiani. Oggi le istituzioni politiche principalmente interessate alla promozione dell'Italia enogastronomica e agricola, cioè il Ministero degli Affari Esteri e quello delle Politiche Agricole, hanno presentato una importante iniziativa di promozione della cucina italiana nel mondo, dove "cucina" sta a significare una filiera completa, che parte dalla terra passando per il lavoro di artigiani e industriali fino ad arrivare alle tavole sulle tavole di tutto il mondo.

Si tratta della prima Settimana della cucina italiana nel mondo, che si svolgerà dal 21 al 27 novembre nei 5 continenti, una kermesse monumentale che prevede 1361 eventi in 105 paesi, attraverso un sistema composto da: conferenze, cooking show, concorsi e premiazioni, seminari tecnico-scientifici, proiezioni di film e documentari, cene e incontri con gli chef di dibattiti sulla tradizione culinaria italiana.

Il progetto s’inserisce nel piano di azioni per il sostegno al settore agroalimentare e alla cucina italiana, c.d. Food Act, presentato dal MIPAAF nel luglio 2015 per conto del Governo italiano, e nelle azioni previste dal Protocollo d’Intesa per la valorizzazione all’estero della cucina italiana di qualità, sottoscritto tra MAECI, MIPAAF e MIUR lo scorso 15 marzo 2016.

Protagonisti dell'iniziativa i cuochi italiani, siano essi di fama internazionale, che allievi di grandi scuole di cucina, ambasciatori della grande cultura gastronomica italiana.

Sfruttando il momento di popolarità del tema cucina italiana nel pubblico internazionale, i piatti italiani vengono utilizzati come vettore per la diffusione del Made in Italy insieme alla moda, al design e agli altri valori del prodotto italiano. Sono stati identificati Paesi prioritari destinatari di azioni rafforzate di promozione e comunicazione: Stati Uniti, Canada, Brasile, Russia, Cina, Giappone, Emirati Arabi Uniti

Le ambizioni di questa iniziativa, che dovrebbe diventare un appuntamenti annuale, sono alte: promozione della tradizione e della artigianalità e della capacità innovativa della cucina italiana, valorizzazione dei territori e dei giacimenti gastronomici, la diffusione dell'alto valore della dieta mediterranea, la formazione dei giovani cuochi italiani all'estero, la promozione della conoscenza del prodotto agroalimentare, con particolare attenzione ai prodotti enogastronomici tutelati da DOP, IGP, DOCG, DOC, IGT, e biologico.

A presentare l'iniziativa i Ministri promotori, insieme al Ministero dello Sviluppo Economico, il Mibact, il Ministero dell'Istruzione, La Conferenza delle Regioni e delle province Autonome, aziende, enti, e associazioni di chef in una cornice rinascimentale unica al mondo che ben rappresenta, come la cucina, il gusto italiano: Villa Madama, un gioiello cinquecentesco, oggi degna sede di rappresentanza del Ministero degli Affari esteri.

E proprio il padrone di casa, il ministro Paolo Gentiloni, ha esordito investendo il settore gastronomico e alimentare italiano del ruolo di ambasciatore dell'Italia nel mondo, riconoscendogli il "soft power", un grande apporto politico e diplomatico culturale, ovvero la capacità di diffondere capillarmente il gusto italiano.

La cucina peraltro- ha sottolineato il Ministro- rappresenta per l'Italia una colonna del Pil e delle esportazioni, raggiungendo i 37 miliardi di export e il 20% del Prodotto interno lordo.

Il Ministro del Mipaaf, Maurizio Martina, dal canto ha sottolineato una necessità improrogabile per il settore: fare squadra. "Esistono individualità straordinarie nella alta cucina italiana"- ha detto il Ministro-" ma queste individualità vanno convogliate in un progetto di espansione comune". Un processo iniziato con Expo nel 2015, di cui questa iniziativa prende l'eredità, usufruendo anche della capacità diplomatica dei ristoranti italiani all'estero. Ma per promuovere la cucina italiana all'estero, è necessario anche muoversi, tutelando produttori e prodotti, che costituiscono l'anello fondamentale della catena per la conservazione e valorizzazione delle tipicità. In un Paese come il nostro, forte di straordinarie biodiversità, sono indispensabili straordinarie tutele: quando presentiamo un piatto, raccontiamo un territorio, un prodotto, una persona che lo realizza, e la sua maestria.

Il sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico Ivan Scalfarotto ha ribadito le grandi potenzialità del Made in Italy, ricordando come l'Italia sia il più grande produttore di vino nel mondo ( 1/4 della produzione in Europa e 1/5 nel mondo), sottolineando che comunque questa alta produttività deve ancora trovare una consona penetrazione dei mercati internazionali visto che ancora oggi la Francia ci sovrasta nei numeri. La consapevolezza che chi compra italiano compra eccellenza incontestata da tutto il mondo, non basta ma è necessaria un'azione sistematica di sviluppo della commercializzazione del prodotto Italia.

Come ha sottolineato Cristina Bowerman, chef presidente dell'Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto, il cuoco italiano oggi, ha una grande responsabilità sociale, quella di raccontare attraverso i suoi piatti il territorio, i suoi prodotti e fare chiarezza sull'annoso problema dei falsi.

L'Italia, proponendo sui mercati esteri prodotti esclusivi e di altissima qualità, frutto di lavoro artigianale secolare, infatti soffre del grave fenomeno delle imitazioni e dei falsi; troppo spesso sui banchi della grande distribuzione internazionale invece del Parmigiano Reggiano il consumatore trova il "Parmesan" oppure al posto del Gorgonzola il "Gonzola" ma anche più in generale prodotti spacciati per italiani che italiani non sono, con grave danno di immagine ed economico per il nostro comparto.

Per questi motivi La Settimana della Cucina Italiana si propone di combattere questa piaga con seminari e convegni e approfondimenti sulla storia della cucina italiana e dei suoi prodotti e con dei seminari di educazione al gusto del prodotto italiano originale.

Il progetto infine prevede che il ricavato delle cene con grandi chef vada a sostegno delle zone terremotate. E non basta: in qualche caso, come in Sudan, il ricavato andrà ai campi dei rifugiati.


Immagini dalla Conferenza stampa di Villa Madama:



Antonello Colonna

Roy Caceres e Alessandro Pipero

Lele Usai

Andrea Fusco


Enrico Derflinger


Heinz Beck




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