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A Christmas Tea...a Roma


Babingtons è una sala da tè storica, situata ai piedi della scalinata di Piazza di Spagna. L'ambiente, gli arredi, il calore e la raffinatezza sono uniche al mondo e, per Roma, un'occasione straordinaria per immergersi in un mondo vittoriano vivido e intatto.

Nella sala con il camino acceso, le bacche rosse ed il profumo della buona pasticceria inglese, è possibile in questo periodo degustare il Christmas Tea, una qualità di tè nero di Assam e Sri Lanka e arricchita con cannella, zenzero, chiodi di garofano, mela e scorzette d’arancia. E' un tè che profuma tutto l'ambiente, che evoca ricordi di festa e di allegria...ed è buonissimo, anche senza latte.

Indispensabile corredo sono gli scones, biscotti morbidi al burro, che si possono farcire con marmellata o panna, oppure ricoperti di una delicata glassa con il disegno dell'agrifoglio, simbolo per eccellenza del Natale.

E non mancano neanche le delizie salate: noi Romani siamo poco avvezzi a gustare il tè con il salato, ma i piccoli teneri tramezzini al cetriolo, all'uovo e al salmone affumicato sono un incanto. Il burro ha un sapore pieno, il pane utilizzato è quello di Roscioli, gli ingredienti sono tutti di ottima qualità. Per il resto, tutti i panini, i dolci ed i biscotti sono fatti esclusivamente da Babingtons.

Un po' di storia ( tratta dal sito Babingtons.com)

"Quasi tutte le strade portano a Roma. Ma tutte, assolutamente tutte le strade di Roma portano a Piazza di Spagna. Alla Scalinata. Alla fontana del Bernini. Dei due Bernini (padre e figlio). E quindi da Babingtons. Fateci caso.”Così Beniamino Placido nella sua prefazione a "Babingtons: un centenario, pubblicato nel 1993 per festeggiare il centenario della Sala da Tè.

E a Roma vennero, nel 1893, due giovani signorine inglesi di buona famiglia: Isabel Cargill, figlia del capitano Cargill, fondatore di Dunedin in Nuova Zelanda e Anna Maria Babingtons, discendente di quell’Antony Babington impiccato nel 1586 per aver cospirato contro Elisabetta I. Le due giovani decisero di investire i loro risparmi (100 sterline) aprendo nella capitale una sala da tè e di lettura per la comunità anglosassone. L’impresa all’epoca comportava notevoli rischi soprattutto perché in Italia non era diffusa l’usanza di bere il tè che veniva venduto soltanto in farmacia.

La sala da tè Babingtons riscosse un immediato successo sia perché l’Italia era per gli inglesi la meta del Grand Tour sia perché si inseriva in una Roma che festeggiava il Giubileo e le nozze d’argento dei reali Umberto e Margherita e nella quale affluivano Capi di Stato ed esponenti dell’aristocrazia e del bel mondo internazionale.

Inizialmente Babingtons venne aperta in Via Due Macelli e dopo un anno dalla sua apertura fu spostata in Piazza di Spagna, nel cosiddetto "ghetto inglese”, all’interno del prestigioso palazzo settecentesco adiacente alla scalinata di Trinità dei Monti e vicino al Keats & Shelley Memorial House. Quelle che erano le stalle del palazzo, opera anche questa, come la Scalinata, di Francesco de Sanctis, vennero ristrutturate e decorate secondo i gusti del tempo e presto, come pubblicava The Roman Herald, Babingtons English Tea Rooms divenne il punto di incontro dove "le signore e i signori, stanchi dopo la visita o occupati per motivi personali nel centro della città potevano, in un ambiente accogliente e gradevole, ristorarsi con una consolante tazza di tè ….”.

Lo scoppio della prima guerra mondiale,nel 1914, segnò una battuta d’arresto al successo della sala da tè che tuttavia restò aperta con grande sacrificio di tutti coloro che ci lavoravano. Sul finire della guerra la terribile epidemia di spagnola che dilagò in tutta Europa causò la morte del marito di Isabel. Dalla loro unione nacque Dorothy.

Mentre l’Europa, con la fine della guerra viveva un momento di grande euforia, il declino di Babingtons continuò e le cose peggiorarono con la crisi di Wall Street e la morte in Svizzera nel 1929 di Anna Maria.

Si pensò anche di chiudere la sala da tè, ma la sorella di Isabel, Annie, prese in mano la situazione e investendo tutti i suoi capitali decise di fare dei radicali cambiamenti. Furono rinnovati così l’arredamento, le tende e i cuscini e, sotto la guida di Dorothy, la sala da tè si riempì nuovamente.

Malgrado la politica anti-inglese di Mussolini, per tutto il periodo fascista e anche durante la seconda guerra mondiale, Babingtons restò sempre aperta, con la sua insegna inglese ben evidente e i solidi caratteri in bronzo su una targa di romanissimo travertino. Paradossalmente da Babingtons accadeva di incontrare gerarchi e uomini politici in prima sala mentre la terza sala, dietro l’angolo, a pochi tavolini di distanza, ospitava l’intellighenzia antifascista (che entrava ed usciva dalla cucina).

Nel gennaio del 1944 morì Isabel, figura fondamentale della sala da tè e la gestione di Babingtons passò a Dorothy, figlia di Isabel e del pittore Giuseppe da Pozzo, riconosciuto a livello europeo e autore dei due ritratti appesi ancora oggi alle pareti della prima sala in Piazza di Spagna.

inita la guerra e cambiati i tempi, cambiarono anche le esigenze del pubblico. Torte e pasticcini non bastavano più e il menù venne arricchito con nuovi piatti che ancora oggi costituiscono la curiosità di Babingtons come il Canarino e il Poppy Rice. Tuttavia il tè rimase sempre la bevanda più richiesta e come tale doveva ricevere cure speciali. E così, in un enorme magazzino di Londra il terzo genito di Dorothy, Valerio, fece creare lo Special Blend, la prima miscela Babingtons, fatta su misura per l’acqua della Barcaccia di Piazza di Spagna. E fu sempre Valerio che dovendo pensare ad un logo per la sala da tè, disegnò il famoso gattino nero. Da anni infatti le cameriere di Babingtons avevano adottato Mascherino, un gatto nero che di notte viveva in Piazza di Spagna e di giorno sonnecchiava sui comodi cuscini della sala da tè.

Nel 1979 un imprenditore giapponese propose a Babingtons l’apertura di una sala da tè in Giappone. La proposta sembrò allettante anche perché il Giappone è da sempre la patria della cerimonia del tè. L’ultima figlia di Dorothy, Diana partì per il Giappone e inaugurò a Ginza la prima tea room di Tokyo.

E negli anni recenti altre due grandi novità, questa volta sotto la guida di Rory Bruce e Chiara Bedini, rispettivamente figli di Diana e Valerio: l’apertura del Babingtons Tea Shop prima e l’inaugurazione dell’ingresso sulla Scalinata di Piazza di Spagna poi.

Il pudding di Natale

Se Babingtons è un luogo fuori del tempo lo si deve alla caparbia volontà dei proprietari ( la quarta generazione) di mantenere intatto il fascino del locale, con qualche rinnovamento intelligente: il parquet scricchiola rassicurante da più di un secolo, le porcellane verdi invitano al relax, le allegre tappezzerie vengono rinnovate spesso nei colori ma hanno uno squisito gusto vintage, il personale in divisa ha una grazia tutta speciale e le chiacchiere e le risate dei clienti sono miracolosamente discrete, come se tutti sapessero che stanno compiendo un viaggio nel tempo.

Questo locale è il tempio della buona gastronomia inglese: dalla colazione alla cena si possono degustare specialità classiche come il riso pilaf, le uova con il bacon, torte... e hamburger tra i migliori di Roma.

E, per tornare al Natale, è possibile acquistare anche il magico Pudding di Natale...proprio quello, sì, che abbiamo visto flambé in tanti film e decorato con agrifoglio. Il pudding è un dolce pieno, preparato con amore per un anno intero: composto da frutta secca, spezie, grasso di rognone, farina di mandorle, mollica di pane ed altre meravigliose diavolerie, viene impastato e rinvigorito con il brandy periodicamente. Normalmente si usa inserire nel composto dei piccoli oggettini dai significati precisi ( ma in questa confezione non ci sono...), chi li trova avrà la sua particolare piccola profezia! Al momento di servirlo, vi si versa sopra un cucchiaio di brandy, si decora con un rametto di agrifoglio e gli si dà fuoco. E' lo spirito di Natale che prende vita, un momento solenne...affascinante usanza. La confezione venduta da Babingtons permette un utilizzo semplicissimo: basta rovesciare su un piatto il contenitore di alluminio e la cupola del dolce appare già pronta in tutto il suo splendore. Non resta che decorarlo e flambarlo. Possiamo dire che entrare da Babingtons significa compiere un vero viaggio e che il Natale, qui, è semplicemente commovente.


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