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Pizzeria S. Alberto: pizza e liquori



Per chi non è di Roma, via del Pigneto non dice molto: non si trova nel centro storico, non possiede monumenti particolari, non fa parte dei normali itinerari turistici. Ma in realtà è un piccolo, delizioso paese (ed isola pedonale...), con piccole case, locali giovani con dehors, piccoli alberi...uno dei tanti luoghi miracolosi che Roma capricciosamente nasconde e poi regala ai suoi abitanti ed ai suoi ospiti.

La pizzeria Sant'Alberto si trova proprio qui, e le sue sale sono perfettamente in tono con il quartiere: pavimenti di antiche mattonelle, ripiani di legno molto usati, marmi da cucina...e buona accoglienza.


La pizzeria è legata alla tradizione, ma con occhio puntato ai nuovi sapori, attenta alle tecniche più contemporanee e alle richieste di un pubblico sempre più informato ed esigente. Sant’Alberto, il nome che celebra il Santo patrono dei pizzaioli, ha una particolarità: dà al cliente la possibilità di scegliere tra quattro tipi di impasto, classico napoletano, napoletano integrale, romano e pizza pane.

Dany Di Giuseppe e Gino Cuminale, i proprietari, aprono le porte di questa nuova pizzeria, nel cuore del quartiere Pigneto e, forti dell’esperienza acquisita in questi anni sul fronte pizza, mettono ancora una volta in prima linea l’italico impasto.

Ma l'altra caratteristica che rende la pizzeria

Sant’Alberto unica nel suo genere è il recupero della Liquoreria, una tradizione italiana poco valorizzata, ma qui pensata e sviluppata dal bar manager Federico Tomasselli.

Aperto tutti i giorni dall’aperitivo (dalle 18.30) con circa 90 coperti distribuiti nelle tre sale e 40 nella veranda esterna. Ad accogliere i clienti, nella sala d’ingresso, il banco della Liquoreria: da qui, oltre ai classici della miscelazione, un’importante selezione di liquori viene proposta anche nella versione pre-batched, twist on classic e da asporto.

Dal forno escono pizze realizzate con impasti ad alta digeribilità, prodotti d'eccellenza e, sugli impasti, una proposta plurale: romano, napoletano, integrale, pizza pane. Per tutti si utilizzano soltanto farine di qualità, lievito madre e lunghi tempi di maturazione (che tengono in considerazione anche le condizioni climatiche). Non solo. Tutte le pizze tradizionali del menu, le rosse e le bianche, possono essere ordinate nella versione romana classica – bassa e croccante, napoletana – con il cornicione alto e morbido, o napoletana integrale, omaggio alla ricerca dei sapori antichi.

Ed è proprio nella stessa direzione, quella del gusto semplice e confortevole, che Sant’Alberto aggiunge alla lista anche la pizza pane, sofficissima, alta, avvolgente e golosa, particolarmente idratata, perfetta da accompagnare agli ingredienti scelti per esaltare le sue peculiarità: pastrami, stracciatella di burrata, lingua di bovino, hummus, formaggi, roast-beef. Un vero peccato di gola da condividere con gli amici, anche grazie al formato sociale con cui viene consigliata.

I fritti!

Cosa c’è in lista? Le classiche, come funghi, napoletana, capricciosa e margherita, e poi quelle con le verdure di stagione e quelle che si arricchiscono con prodotti d’eccellenza. Nel menu ci sono circa 30 pizze tra bianche, rosse, focacce e pizza pane. Dal forno, non mancano anche gli omaggi alla cucina tradizionale come la pizza Gricia e la pizza Parmigiana -una vera delizia- e poi, naturalmente, i fritti e le bruschette.

E sui fritti bisogna fermarsi un momento: sono fatti a regola d'arte. L'esterno è croccante e asciutto, la farcitura abbondantemente condita, ed in particolare il pane fritto in varie forme, è accompagnato da salse perfette come hummus, tzatziki e lenticchie speziate. Notevoli e originali i ripieni, in particolare gli arancini broccoli, provola ed alici e i timballini fritti di bucatini cacio e pepe.

Tra le Birre proposte, la Birra Sant’Alberto, prodotta in esclusiva da Birra del Borgo.

Sant’Alberto, nella sua definizione completa, pizzeria – liquoreria, svela il suo lato alcolico con un progetto legato alla liquoristica, da vivere non soltanto come fine del pasto.

La Liquoreria è un progetto del bar manager del gruppo, Federico Tomasselli, supportato dal beverage manager Jovica Todorovic. I liquori sono antichi quanto la miscelazione. Sono una tradizione che ha inizio con la scoperta dell’arte della distillazione, come rimedio medicinale. La storia vede i distillati cambiare volto e uso, svelando un lato ludico, con Caterina De Medici, che “inventa” la piacevolezza del bere liquori, sdoganandoli dal mero utilizzo farmaceutico.


Il bar manager Federico Tomasselli

I tempi cambiano e i liquori evolvono ancora, entrando nelle abbazie e nei monasteri; è qui che i frati diventano inventori e custodi di incredibili ricette. Nella Liquoreria la storia della distillazione viene ripresa e utilizzata, come base per un bere moderno. La volontà è quella di trovare nuove occasioni per consumare i liquori, anche grazie ai drink pre-batched, i twist on classic e i drink classici modificati dall’estro del bartender.

Un percorso accompagnato dal Milano-Torino, il Boulevardier, il White Lady ed il Rabarbaro conciato...

La Liquoreria ha come protagonista L’Amaro Sant’Alberto. Si tratta di un liquore a base di infuso di erbe aromatiche e scorze di arancia e mandarino, che lo rendono un ottimo digestivo dal gusto morbido con caratteristiche note che deliziano il palato sprigionando aromi e profumi unici. Da gustare liscio oppure con ghiaccio e una fetta di arancia.

La lista dei liquori è composta da oltre 70 prodotti, di diverse aziende, tra cui: Alpestre – riserva 4 anni – creato nel 1857 dal padre marista Frate Emanuele per curare i confratelli malati, ancora oggi realizzato secondo una ricetta segreta, con 34 erbe, senza aggiunta di zuccheri o altri additivi.

Bénédictine – gli esperimenti dei monaci del XVI secolo, nella produzione di elisir, ci hanno regalato alcuni dei migliori liquori, e Bénédictine è uno dei liquori più famosi. Si crede che sia stato formulato nel 1510 da Dom Bernardo Vincelli, un appassionato botanico e monaco benedettino presso l'Abbazia di Fécamp sulla costa della Normandia.

Chartreuse verde – Si tratta sicuramente del più antico liquorificio certificato, in attività da più di 400 anni. La preparazione è piuttosto complicata e prevede l’infusione separata delle 130 erbe che lo compongono.

Una curiosità in più su questo liquore, diventato un'icona negli anni '30: è con la parola "chartreuse" che Pirandello inizia la sua commedia Il Gioco delle parti...

Drambuie – Drambuie, che in gaelico significa “La Bevanda che soddisfa”, è uno squisito distillato a base di Whisky, frutto di un blend di raffinati whiskies scozzesi invecchiati, caldo miele e ingredienti segreti, in proporzioni date dalla formula originale risalente al 1746.

Rabarbaro Zucca – considerato un grande classico tra gli aperitivi ma anche tra i dopo pasto, il Rabarbaro Zucca prende il nome dal suo inventore, Ettore Zucca, tanto appassionato del digestivo e dei liquori in genere, da decidere di crearne uno su misura per le proprie esigenze.

Il banco della liquoreria

Una "tappa" del percorso vermouth- distillati!

Con Federico Tomasselli e Cristiana Curri

Pane fritto...

Sala con i dolci da credenza

Rabarbaro a gogò

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