Sistema vino, una ricchezza da tutelare
I popoli che ci si sono succeduti nell'occupazione del territorio italico ci hanno lasciato un'eredità ricca: tra i tanti beni preziosi: storici, artistici, culturali sono da annoverare anche quelli di una tradizione gastronomica unica nella storia del mondo. Il nostro territorio dalla conformazione variegata, dal vulcanico al calcareo, esposto ad un clima temperato arricchito da una brezza marina che ne spolvera anche i lembi più alti, si presta in modo unico alla coltivazione e all'allevamento naturale. In italia, nei secoli, si è sviluppato un sistema che ha guadagnato nel tempo sempre più importanza, grazie alle doti descritte del territorio, ma anche grazie alla vocazione di uomini caparbi. Il vino è la bevanda, meglio dire l'alimento, che meglio ci rappresenta; da sempre il consumo del vino ha incontrato il favore del consumatore italico. Oggi assistiamo ad un fenomeno di crescita esponenziale di gradimento anche all'estero del simbolo per eccellenza del made in Italy: il vino. A celebrare il vino i produttori, i territori, tutta la filiera vitivinicola italiana Vinitaly, che richiama l'interesse di centinaia di migliaia di appassionati e professionisti del settore a Verona.
Questa 50° edizione del 2016 segna una tappa importante per tutto il settore, richiamando l'attenzione anche del mondo politico e culturale, spesso troppo assenti sul palcoscenico dell'attività vitivinicola. Ad inaugurare la mostra è stato chiamato Sting e la partecipazione del Presidente della Repubblica ha segnato un momento significativo di avvicinamento della politica a questo settore. Ma anche il Ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina ha voluto valorizzare l'importanza dell'evento sottolineando due iniziative politiche intraprese dal governo a favore del mondo del vino- iniziative che hanno convogliato il favore di tutte le forze politiche verso uno dei settori più importanti del nostro sistema economico agroalimentare. La prima iniziativa è stata la convocazione di una tavola rotonda con tutti i rappresentanti delle Politiche Agrarie dei paesi mediterranei: oggetto del Forum il futuro del comparto e le scelte più utili a sostegno dei produttori. La seconda è stata quella di aver portato al Forum l'importante Testo unico del vino, approvato in Commissione Agricoltura alla Camera, che taglia la burocrazia per migliaia aziende. Benefici innegabili, specie per le piccole aziende, quelle che hanno raggiunto risultati significativi, che però potrebbero subire un forte rallentamento di crescita se dovesse passare un'iniziativa del parlamento europeo che vorrebbe escludere i piccoli produttori che esportano dalla categoria, iniziativa deleteria per l'economia di questi produttori che trovano nei mercati esteri la maggior voce del loro bilancio. L'iniziativa italiana è importante per la prospettiva di un settore di fondamentale importanza come quello vitivinicolo italiano. Un comparto che negli ultimi anni sta crescendo sempre più, che vanta numeri decisamente ragguardevoli per tutto il settore, ponendo l'Italia in una posizione primaria nel mondo. In Italia si producono circa quarantanove milioni di ettolitri di vino, ponendo i nostri produttori al primo posto di una classifica che vede Francia e Spagna in seconda e terza posizione; la produzione italiana si ottiene da seicentotrentaseimila ettari di terreno coltivati da 310,000 aziende, un settore che occupa un milione e duecentomila addetti. Il fatturato è di dodici miliardi e quattrocentomila euro, pari al 9,4 0/0 del fatturato dell'industria agroalimentare, con una esportazione che si aggira sui cinque miliardi e mezzo. Numeri (dati osservatorio del vino) che testimoniano il valore dell'intero comparto, sia per quantità ma anche per qualità. Il vino non produce solo ricchezza reale, ma anche in borsa, sembra, da quanto pubblicato dal Corriere della Sera qualche giorno fa; Medio Banca afferma che in borsa, sui mercati internazionali le azioni delle grandi aziende vinicole sono cresciute del 4, 5 percento ogni anno da almeno dieci anni, arrivando ad una rendita del 450 % in dieci anni.
Risultati impensabili trenta anni fa, quando il tornado metanolo si abbatté prepotentemente sul vino italiano. Una crescita testimoniata anche dall'interesse delle aziende più importanti verso territori diversi dai propri: aumenta il numero delle aziende che acquistano ettari e cantine in zone vocate alla produzione, ma spesso impossibilitate ad una produzione e diffusione di prodotti d'eccellenza; un sistema in crescita che produce posti di lavoro, reddito e ricchezza. Da considerare anche che il sistema vino crea interesse non solo sul prodotto ma anche sui territori di produzione, fenomeno questo che va ad arricchire le possibilità di crescita economica di zone spesso escluse da un processo virtuoso di evoluzione di ricchezza. Sono sempre più presenti nelle nostre regioni sistemi organizzati per la promozione turistica del vino. Tutto questo ci porta a dichiarare: il sistema vino è una ricchezza da tutelare.