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Brunello di Montalcino: nasce la Fondazione?


Non sono rari, in Italia, i casi di aziende del vino che si fanno carico di quel nobile concetto che è la responsabilità sociale di impresa, ed investono al di fuori dei propri confini, nel bene comune del territorio. Ma quando questo modo di agire si diffonde e viene fatto proprio da un Consorzio, che delle imprese è espressione, tutto assume un valore maggiore. È quello che potrebbe succedere in uno dei territori più importanti del vino italiano e mondiale grazie al Consorzio del Brunello di Montalcino che, dopo una lunga fase di progettazione, sarebbe pronto a costituire una Fondazione, sul modello di quelle bancarie, per finanziare progetti di sviluppo del territorio su diversi fronti, dal turismo al recupero e restauro di beni artisti e culturali, ma anche nel sociale e per l'integrazione in un Paese, Montalcino, in cui, grazie ad un "melting pot" consolidato e virtuoso, vivono persone di oltre 15 nazionalità diverse. Non a pioggia, ma, di anno in anno, puntando su progetti e idee concrete e ben delineate.

Con la maggior parte delle risorse che dovrebbe arrivare grazie ad un contributo volontario dei produttori, quantificabile in 1-2 centesimi a bottiglia, o meglio a "fascetta", che, secondo le prime stime, consentirebbe di mettere insieme, inizialmente, un budget di 150-200.000 euro all'anno.

Una indiscrezione di WineNews, che trova conferma nella parole di Bernardo Losappio, uno dei vice presidenti del Consorzio (www.consorziobrunellodimontalcino.it), guidato oggi da Fabrizio

Bindocci nelle vesti di presidente. "È uno strumento secondo noi importante ed interessante per il territorio, che vorremmo lasciare come ultimo segno di questo Consiglio (il mandato scade a maggio 2016, ndr) - spiega Losappio - perché crediamo nel ruolo del Consorzio come forza economica che deve essere parte attiva dello sviluppo del territorio che è, nel suo complesso, uno dei grandi elementi che danno valore al Brunello di Montalcino e viceversa. Una Fondazione che, pur essendo espressione del Consorzio, avrà una gestione autonoma e non sarà comunque chiusa a partecipazioni e contributi esterni. E che prevede anche la presenza del Sindaco di Montalcino, ma in veste istituzionale, perché non vogliamo in alcun modo che l'azione della Fondazione stessa sia, in nessun modo, legata alla politica". Se tutto andrà per il meglio, un primo via libera dovrebbe arrivare a fine aprile, quando è prevista l'assemblea del Consorzio, per arrivare all'atto costitutivo entro la fine del mandato del consiglio in carica. Un'esperienza, quella di una Fondazione di un Consorzio del Vino, già sperimentata in passato (dal Consorzio del Chianti Classico che, nel 1991, ha lanciato una sua Fondazione, per la tutela del territorio e valorizzazione dei suoi beni artistici, culturali e ambientali). Ma che con alcune peculiarità, e con il valore del brand del Brunello di Montalcino, tra i più forti a livello mondiale, potrebbe aprire una strada virtuosa che altre importanti denomiazioni del vino italiano potrebbero seguire, con le cantine ed i Consorzi che, in qualche modo, diventano "banche" per i loro territori.

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