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Vista mozzafiato su Roma e la cucina sorprendente di Francesco Apreda: ecco il Divinity


Foto Albero Blasetti


Roma ha una nuova terrazza dalla quale essere ammirata, godendo al contempo della cucina di una delle firme più talentuose e in forma dell’intero panorama gastronomico italiano: Francesco Apreda.


È lo chef campano infatti a curare l’innovativa proposta del Divinity, rooftop Lounge Bar & Restaurant del The Pantheon / Iconic Rome Hotel, prestigioso 5 stelle sito nel cuore antico dell’Urbe, a solo pochi passi dal Pantheon (in via di S. Chiara 4/A). Una struttura che è la punta di diamante del Gruppo Tridente Collection – corporate che vede al timone i fratelli Emidio e Fabrizio Pacini e Andrea Girolami – per il quale Apreda ricopre il ruolo di Chef Ambassador.



Francesco Apreda e la "chiocciola" barocca di S. Ivo alla sapienza


La vista che offre il Divinity è unica: un colpo d’occhio a 360 gradi sulle bellezze di Roma e sui suoi suggestivi tetti, con ben sette cupole a recitare un ruolo da protagonista. A spiccare, in tutta la loro magnificenza, sono in particolare Sant’ Ivo alla Sapienza, capolavoro del maestro Borromini, e, ovviamente, il Pantheon. Ed è proprio da quest’ultimo, originariamente dedicato alle divinità, che il Divinity trae spunto per il proprio nome.


Pavimenti in marmo bianco statuario, intricata installazione a parete in ottone, bellissima cantina a vista, elegante bancone bar: questi gli elementi topici di un design esclusivo, capace di integrarsi alla perfezione con il panorama circostante, caratterizzando la raffinata sala interna e l’ampio dehors.


“Dopo l’apertura di Idylio, sempre all’interno del The Pantheon / Iconic Rome Hotel – sottolinea Emidio Pacini – per il Gruppo Tridente Collection il Divinity rappresenta senza dubbio un altro importante tassello in direzione degli obiettivi prefissati. L’intento è quello di creare, con il fondamentale supporto del nostro Chef Ambassador Francesco Apreda, dei format ristorativi ad hoc per ognuna delle nostre strutture. Proposte innovative in grado di dare lustro a una capitale mondiale come Roma”.


La sorprendente amatriciana "dorata"


E il format del Divinity innovativo lo è davvero, sintetizzando in modo sorprendente e quanto mai gustoso la filosofia culinaria di chef Apreda, napoletano d’origine, romano d’adozione e cittadino del mondo grazie alle esperienze acquisite tra Londra, Tokyo, Mumbai e New Delhi. Prima del cosa però, è importante specificare il come, perché qui ogni portata è pensata per essere condivisa, da due o più commensali, per un’esperienza quindi all’insegna della massima convivialità.

E ancora, bisogna considerare che con Apreda, quando parliamo di cucina sorprendente, non ci si riferisce al vizio di molti cuochi di oggi di stupire a tutti i costi. Apreda invece ricerca con costanza e umiltà nuovi accostamenti, prendendo spunto dalla cucina napoletana, abbinando spezie raccolte in tutto il mondo con grande delicatezza, e rendendo omaggio anche alla cucina della Capitale. Così siamo rimasti deliziati dalla Amatriciana "gold", chiamata così perché realizzata con pomodorini gialli: il risultato è eccezionale, perché questi ortaggi sono più dolci dei pomodori rossi e quindi migliore è l'equilibrio con il pecorino ed il guanciale. E si fa presto a dire Carbonara: il pepe utilizzato in realtà è una miscela dello chef, che in questo caso si apre in bocca in mille delicati profumi. Ma non mancano la classica Cacio &Pepe, la Puttanesca e gli spaghettini allo Scoglio.

Ed ecco in carta la Spezial Pizza, in versione tonda di semola a spicchi o quadra integrale al taglio: soffice, digeribile, irresistibile.

È un omaggio all’India il Thook, ovvero lo spiedo ( verticale) con cottura tandoori e i prodotti del nostro territorio che strizzano ancora una volta l’occhio all’Oriente: dal classico Pollo Red Tandoori all’Astice al Curry Verde, passando per il Maiale all’Eucalipto e Capperi e le Seppioline al Limone Selvatico ed Erbe (e non solo). E' uno dei pochi Thook presenti a Roma...da non perdere.

Abbiamo assaggiato il polpo tandoori in crosta di semi, un'esaltazione totale di questo prodotto.

Nel Kore Food Bar invece (altra commistione, anche linguistica, tra il “cuore” napoletano e la spinta internazionale) sono protagonisti i Carpacci di Pesce e la Mozzarella di Bufala. Quest’ultima è declinata alla maniera di Apreda, e quindi in versione “38°” o in una Caprese…Tiepida, Liquida e Affumicata. Mentre di Mediterraneo e luoghi esotici parlano i carpacci: gli Scampi, Mango e Limone, la Spigola, Alghe e Yuzu, o i Gamberi Rossi, Avocado e Cedro, solo per fare alcuni esempi.


Non mancano altre proposte sfiziose e divertenti come il Variegato di Pomodori e Basilico e il Sedano, Olive di Gaeta e Fumo di Rosmarino. Capitolo dessert affidato all’estro della giovane Pastry Chef Edvige Simoncelli: suoi i Dolci in Vetrina, ovvero una curata e ghiotta selezione di piccola pasticceria da scegliere direttamente dalla vetrina. Mentre per tutto il resto, al fianco di Apreda, c’è l’Head Chef Francesco Focaccia, suo storico secondo da più di 20 anni.


Il salmone, con carciofi e grani di senape


“Ho fin da subito – spiega lo chef Francesco Apreda - pensato al Divinity come un luogo dove far convergere tutte le mie anime e le mie passioni: dalla pizza al tandoori passando per i crudi e la mozzarella di bufala. Un format sicuramente fuori dagli schemi, dove in coppia o tra amici si potrà creare la commistione preferita tra Oriente e Occidente. A fare da fil rouge sono senza dubbio la qualità della proposta e l’eleganza dell’ambiente: uno stile che contraddistingue il Gruppo Tridente Collection”.


In abbinamento alla “fantasia” di Apreda, tante bollicine, Champagne in primis e spumanti italiani di gran pregio. Non mancano ovviamente altre etichette provenienti dai migliori terroir della Penisola, con alcune chicche d’oltreconfine. A curare la cantina e dirigere il servizio di sala è Fabrizio Gismondi, restaurant manager e sommelier del Divinity. Ruolo di primo piano anche per la mixology, grazie ai cocktail studiati dal bartender Mirko Zaccaria: dai grandi classici alla linea signature, dedicata, e non poteva essere altrimenti, alle divinità della mitologia romana. Spazio quindi a “Bacco”, a “Cibele”, a “Vulcano” e ad altre figure dell’Olimpo capitolino.


Infine una notazione: gli stranieri presenti erano incantati alla vista dei tetti e delle cupole di Roma: per gli Italiani ed i Romani in particolare, mangiare al Divinity è invece una commovente riscoperta della insuperabile bellezza della Capitale.


Il polpo tandoori, eccezionale

Non solo mozzarella di bufala...

La brigata al lavoro

Apreda con lo spiedo verticale thook ( foto Alberto Blasetti)

La pizza...ma solo a cena ( foto Alberto Blasetti)

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