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La Misticanza...con crostini e guanciale


La misticanza è un insieme di verdure spontanee raccolte nei campi, piuttosto diffusa in tutta Italia, ma in modo particolare nelle regioni centrali. Nei tempi passati era raccolta direttamente dai componenti della famiglia, chiunque si trovasse nei sentieri, o sul limitare di un bosco o anche a fine lavoro nella vigna o nell'uliveto, terminato il proprio compito dedicava qualche minuto alla raccolta delle erbe. Altro modo di procurarsi questa squisita insalata selvatica era di aspettare il venerdì, giorno della questa dei monaci, che portavano con se queste verdure da scambiare con altri prodotti o con piccole somme di denaro. Forse la larga diffusione nel centro Italia della misticanza è dovuta proprio dal fattore che queste zone erano ricche di Monasteri e Certose.

Il legame tra questua e misticanza è anche riportata anche dal sommo poeta romanesco Gioacchino Belli in un verso di un suo sonetto: “tu fatte lègge er libbro che cià er frate che porta er venerdì la mistocanza”.

La misticanza, come ben si evince dal nome, non è altro che un misto di verdure selvatiche, ricavate da piante giovani e tenere che a seconda del periodo o dell'ambiente comprendono: Indivia, rucola, crescione, pimpinella, cicoria selvatica, finocchio selvatico, erbanoce, caccialepre, cresta di gallo, porcellana, tarassaco (pisciacane in dialetto ), erba stella, porcacchia, raperonzoli, crespigni, papavero, la barba di frate, il cerfoglio, l’orecchio d’asino; spingendosi. Protagonista assoluto della misticanza è il raperonzolo, purtroppo molto raro, se non alla fine dell'inverno quando è più facile trovarlo. Il raperonzolo è una pianta s foglia verde di forma ovale, ma lascia particolare ricercatezza sta nella radice; di forma simile a una carotina e bianca, grossa e carnosa, tanto da rassomigliare a una rapa. Al palato risulta dolce e croccante di gusto gradevolissimo, che ben va a creare un contrasto con il resto delle erbe spontanee, generalmente di gusto amaro.

La ricetta che qui proponiamo, in realtà può costituire un secondo piatto data la presenza di elementi estranei alle verdure, che rendono il piatto assai gustoso, ma sempre di origine povera.


Ingredienti per quattro


300 gr. di misticanza

150 gr. di pane raffermo

100 gr. di guanciale

1/4 di bicchiere di olio extra vergine d'oliva fruttato

due spicchi di aglio

1/8 di bicchiere di aceto bianco

sale


Preparazione


Lavare e pulire la misticanza, in presenza dei raperonzoli raschiare le radici con la punta di un coltello. Nell'olio far macerare l'aglio per un paio di ore. Tagliare a dadini il pane e il guanciale, fateli rosolare in due tegami diversi, entrambi debbono essere molto croccanti. Estraete l'aglio dall'olio e stemperate quest'ultimo in un tegamino. Ripetere l'operazione anche con l'aceto. Ora mescolare tutti gli ingredienti in una ciotola grande, e servire quando olio e aceto saranno ancora tiepidi, solo ora salare.


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