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Il Biscottino di Novara



Per noi viaggiatori del gusto non è difficile scovare piccole realtà di eccellenze: siano artigiani o casalinghe le tradizioni vengono tramandate da generazioni.


Di questo fenomeno sicuramente è protagonista la nostra pasticceria: generalmente i dolci italiani provengono dalle invenzioni delle contadine che dovevano rifocillare e ristorare l'uomo che lavora nei campi, che avendo bisogno di vigore fisico mangiava volentieri cibi ricchi di sostanze zuccherine. Ma anche i conventi erano fucine di idee per la creazione di dolci, questa volta più raffinati e ricchi. I conventi potevano permettersi qualcosa di più costoso.

Proprio dalla curia novarese nascono dei dolcetti tramandati fino a noi, biscotti semplici e leggeri che ben rispondono anche alle moderne esigenze di alimentazione sana e leggera.

In un vicoletto del centro di Novara, a due passi da corso Cavour e all’ombra della cupola di San Gaudenzio nel 1852 nacque Camporelli, il laboratorio era all’interno di un cortile in una casa di ringhiera dove tutt’ora continua la produzione completamente artigianale. La delicatezza del biscottino necessitava allora come adesso di essere confezionato in maniera ottimale per salvaguardarne la croccantezza dovuta alla sua duplice cottura, i biscottini prodotti durante la giornata venivano incartati a due a due a caramella in una carta velina, che per i tempi era già una grande innovazione, e poi confezionati in scatole di latta per la distribuzione nelle drogherie e speziali.


Il negozio...delle delizie


Oggi Ambrogio Fasola, erede della famiglia Camporelli, e conduttore della bottega artigiana ha leggermente modernizzato la bottega, ha progettato da solo tutte le macchine che permettono la realizzazione del numero di biscottin sufficienti a soddisfare la richiesta giornaliera. Questi biscottini sono insostituibili per chi li assaggia anche una sola volta. Quelli proposti oggi da Ambrogio Fasola sono identici a quelli del 1500, creati dalla curia novarese per omaggiare quella romana.


Ambrogio Fasola


Tre ingredienti, quelli che la campagna novarese poteva offrire a quei tempi: farina di frumento uova e miele per dolcificarli che poi venne sostituito dallo zucchero nella seconda metà del 500 con i primi arrivi dalle Americhe. La particolarità di questo dolce sta anche nella cottura, il lungo viaggio tra Novara e Roma necessitava un metodo di conservazione che permettesse a questo dolce di arrivare fragrante fino alle stanze Vaticane. A quei tempi la salagione e l’affumicatura erano i conservanti più utilizzati ma con i dolci non si sposavano particolarmente bene, allora le monache inventarono questa duplice cottura, prima su tavolette in legno (sostituite oggi da carta) e una volta cotti e staccati dalle tavolette venivano posti su delle griglie e adagiati sopra il forno di cottura, così che il calore esausto, più dolce di quello di cottura, lentamente portasse via l’umidità, biscottandoli appunto, da qui il nome bis-cotto, cotto due volte. Il Biscottino di Novara Camporelli come abbiamo visto è un prodotto nato da più di 500 anni, rimane anzi diventa sempre più attuale grazie alla semplicità degli ingredienti, la totale assenza di lattosio, il basso tenore di grassi (meno del3%) e l’assenza di olii di qualunque genere, rendono l’autentico Biscottino di Novara assolutamente in linea con le attuali esigenze del mercato che ricerca costantemente prodotti leggeri e genuini. I Biscottini di Novara Camporelli, un alimento nutriente ma soprattutto buono.








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