Festa del Torrone e del Croccantino sammarchese in Campania
Da giovedì 8 a domenica 18 dicembre, e precisamente durante il secondo ed il terzo weekend del mese, torna la Festa del Torrone e del croccantino a San Marco dei Cavoti, pittoresco borgo del Beneventano.
Il dolce tipico della tradizione natalizia non poteva mancare in quest’atmosfera magica e offrirà un percorso enogastronomico e culturale.
I visitatori potranno assaporare i dolci della tradizione locale preparati in vari modi, come i croccantini al limone, all’arancia, al cocco, alla menta, al caffè, al gianduia e al pistacchio, ed i prodotti genuini della zona dai formaggi al vincotto, dall’olio ai salumi, senza tralasciare gli ottimi vini della nostra terra. Gli stand, dispersi per le vie del borgo, saranno riscaldati per permettere di apprezzare ogni cosa nei minimi particolari: il torrone, il croccantino, i prodotti della zona rurale del Sannio e dell’Alto Tammaro.
La storia di San Marco dei Cavoti narra di primi abitati, nati e poi distrutti, di peste e di terremoti, di francesi giunti dalla Provenza a colonizzare quello che sarebbe poi divenuto il borgo antico Ma l'attuale notorietà del paese si deve ad un'invenzione gastronomica: il torrone Baci, che, sul finire del 1800, fece la sua comparsa grazie all'inventiva dolciaria del cav. Innocenzo Borrillo. A lui si deve la fortunata intuizione di concentrare, per la prima volta, tutta la dolcezza possibile in un torroncino dalle dimensioni e dalle fattezze innovative. E' a questo punto, correva l'anno 1891, che la storia di San Marco dei Cavoti segna un passaggio decisivo. Da quel momento, altri, dopo il cav. Borrillo, si cimentarono nella pregevole arte dolciaria del torroncino, creando l'ormai celebre Croccantino.
Oggi, sono nove le case produttrici del torrone sammarchese, nove laboratori che, fra la tradizione del torrone Baci e del Croccantino e l'innovazione delle sue varianti, continuano a riscuotere conferme e successi in Italia e all'estero. Centodieci anni più tardi, nel 2001, con la prima edizione della Festa del Torrone, i confini della geografia dell'arte del Torrone e del Croccantino si sono ulteriormente spostati. Il cambio di velocità, la spinta evocativa impressi dalla prima edizione della kermesse hanno, finalmente, traghettato l'immagine del prodotto tipico sammarchese e, con esso, delle tipicità culinarie e dei prodotti dell'artigianato nostrano, al centro di un circuito turistico, commerciale, culturale, di importante ritorno economico e promozionale. La Festa del Torrone e del Croccantino di quest'anno manterrà inalterati i punti cardine della programmazione originaria, con gli immancabili stand di torrone locale a puntellare la storica e centrale via Roma e delle altre eccellenze della cucina tipica.
Cedere a un tradizionale torrone Baci o a un classico Croccantino? E' il diabolico dilemma che attanaglia i golosi del torrone sammarchese. Una storia proseguita con i pionieri sammarchesi del buon torroncino, capaci di reinterpretare il prodotto, e di dare alla luce lo storico Croccantino, secondo una formula che lo identifica come marchio di fabbrica sammarchese: rimane l'impasto di mandorle, zucchero e nocciole, in un involucro che diventa, però, di cioccolato fondente. Una ricetta che si è, successivamente, prestata ad innumerevoli varianti grazie all'impiego di gusti e sapori esotici, realizzate da tutti i produttori locali: Borrillo Baci, Dolciaria Borrillo, Dolciaria Borrillo - Antichi Sapori, Dolciaria Ilaria, Dolciaria Palumbo, Dolciaria Serio, La Provenzale e l'ultima nata, Autore. Sono loro che, oggi, fra alterne vicende imprenditoriali, compongono l'attuale panorama dei laboratori di San Marco dei Cavoti, dove si realizza il Croccantino e l'immancabile buon torrone bianco, meglio conosciuto come "Cupeta". Oggi, la preparazione del torroncino sammarchese avviene secondo un processo di lavorazione che unisce tradizione e innovazione, la tecnica è ben collaudata anche grazie alla meccanizzazione che ha fatto capolino nelle case di produzione, facilitando e velocizzando alcune delle fasi di realizzazione. Eppure, ciò che rende davvero magico l'universo del nostro torrone è tutto racchiuso nella tradizione, nell'artigianalità e nella manualità che resistono al tempo. Insostituibili, per esempio, nella stesura del croccante, la più popolare "cotta". Dotati di un "supertecnologico" strumento di lavoro, ovvero il matterello, gli addetti a questa fase distendono, su di un piano di lavoro, il croccante, la "cotta", appunto, ancora calda, profumata e dolcissima, l'operazione viene svolta con automatismo tanto che a un ipotetico spettatore potrebbe risultare facile da imitare, e invece questa invitante golosità ancora fumante, in un attimo, approda a uno stato marmoreo, perciò, solo rispettando ed assecondando i tempi dell'impasto, il risultato finale saranno tutti Croccantini della medesima consistenza, pronti per la copertura di cioccolato fondente. Prima e dopo questa fase, c'è tanto altro che avviene grazie alle sapienti mani degli uomini e delle donne impiegati nel settore dolciario sammarchese, una professionalità che non hanno acquisito in nessuna scuola dolciaria, ma nei laboratori di San Marco dei Cavoti. Stendendo una "cotta" alla volta.
Nel corso degli anni, le aziende dolciarie sammarchesi hanno ampliato il proprio range di produzione offrendo una vasto ventaglio di specialità. Arricchendo la ricetta base del Croccantino di gusti e aromi esotici, come il limone, l'arancia, il cocco, la menta, il caffè e il pistacchio, sono nati un gran numero di nuovi prodotti. Gli stessi che sono stati poi impiegati nella formula del torroncino morbido, fra questi il più diffuso è quello al gusto gianduia.
Una vetrina dolciaria che comprende anche la pasticceria fresca con cassatine, cannoli, delizie, paste farcite di crema, anche in dimensioni mignon, la pasticceria secca a base di pasta di mandorla con cui si preparano le paste secche e la pasta reale, l'assortimento della cioccolateria, che comprende deliziosi tartufi, dolcissimi baci, cioccolatini ripieni, frutta secca e mustaccioli ricoperti. E si finisce in bellezza proprio domenica 11 dicembre: gli artigiani realizzeranno il Megacroccantino, con la speranza di battere il record del croccantino più lungo mai realizzato e di entrare nel Guinness dei Primati. Al termine della kermesse il croccante verrà spezzettato e offerto ai visitatori. Il resto del programma prevede spettacoli folkloristici, concerti di Natale, zampognari, angolo delle caldarroste, show cooking, percorsi culinari a “km 0”, artisti di strada, il concorso dei presepi, visite guidate tra le bellezze storiche e artistiche tra cui quella al Museo degli Orologi da Torre e l’esposizione degli oggetti dell’artigianato legati alla tradizione.
Per informazioni sul programma: http://www.lafestadeltorrone.it/