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La Maremma tra Capalbio e Manciano


Tenuta Montauto


di Marco Rossetti


Questo lembo di terra italica che si sviluppa tra il mare e e le colline della toscana sud occidentale, riserva sorprese inaspettate al visitatore. Paesaggi bucolici e spazzi selvatici, campi coltivati e vigne sconfinate, boschi impenetrabili non solo arricchiscono lo sguardo ma rendono i profumi di una terra unica; Il lavoro dell'uomo, sia coltivatore o allevatore, preserva questi spazi unici da sciagure come incendi o inondazioni. La cura e l'amore per la terra di questi uomini, dall'apparenza rude ma dal cuore capace e generoso, rende la visita a questa terra immancabile, passando da un campa all'altro, attraversando coltivazioni diverse l'animo si arricchisce di sensazioni stimolanti arricchite dai profumi sprigionati dalle piante selvatiche e da quelle coltivate. Ancora oggi segni della natura selvaggia sono ben visibili, esempio ne è l'allevamento dei cavalli maremmani, che vivono allo stato brado, bestie forti capaci di aiutare l'uomo nel faticoso mestiere della terra, ma anche capace di rendere soddisfazioni sportive in competizioni estemporanee tra butteri, i bovari della zona.


Pecorino di Manciano


Ma qui si allevano anche ovini di razza sarda, quelli generosi di latte, profumato e saporito. Quello stesso latte trasformato dal caseificio sociale di Manciano in pecorini unici, stagionature diverse rendono questi formaggi sempre perfetti al palato dei degustatori più esigenti. Scendendo verso il Mare, prima di passare il confine con il comune di Capalbio troviamo il territorio di Montauto dove una affianco all'altra si succedono tenute di campagna con finalità diverse. Riccardo Lepri è un appassionato viticultore, le sue vigne ospitano vitigni autoctoni, come l'immancabile Sangiovese, o o quelli internazionali, che in questi terreni ferrosi hanno trovato un habitat perfetto, esprimendo grandi livelli di Sauvignon Blanc o di Pinot Nero. Vini che sono frutto di un lavoro costante, fondato sulla passione e sulla capacità di intuire potenzialità inimmaginabili del terreno.


A poche centinaia di metri, in linea d'aria, Luigi Scogliamiglio ha creato una piantagione di erbe aromatiche ed essenziali che in primavera offrono una vista suggestiva di campi colorati e profumati. Le erbe sono dedicate alla produzioni di prodotti per la cura e il benessere del corpo efficaci e inebrianti. Ma Luigi non trascura una delle coltivazioni più frequenti qui nella zona: quella degli ulivi i più presenti i classici Moraiolo, Leccino e Frantoio. L'olio prodotto si allinea perfettamente all'alta gamma degli oli toscani.


Riccardo Lepri


Toccando il tema enogastronomico non si puo tralasciare di parlare di Barbara Cannarsa, cuoca attenta alla tradizione e alla storia della sua terra, che nella cucina della Filanda, il suo ristorante di Manciano propone piatti classici toscani ma anche leccornie studiate con attenta cura assieme al suo cantiniere e nonché marito Giampaolo Costoloni. Il Cianfagnone proposto da Barbara è una sorta di crespella autoctona; composta da uova acqua e farina, cotta nella padella di ferro molto sottile poi farcita di pecorino toscano. Si dice che questa preparazione esportata da Caterina Dei Medici alla corte di Parigi abbia dato vita alla più famosa crepe, che i cuochi francesi abbiano arricchito con latte e burro. Tra le proposte della Filanda non mancano i Pici all'Aglione, il Fagottino di Pere e Pecorino o il Peposo di Cinghiale.

Di questa Maremma ci rimarranno nel cuore tutte le suggestioni dettate da quanto la natura, gli uomini e i prodotti sono capaci di donare anche solo in una breve visita.


La lavanda di Luigi Scognamiglio


I meravigliosi Pici di Barbara Cannarsa della Filanda di Manciano


Barbara Cannarsa


A cena nell'agriturismo Officinali di Montauto


Relax











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