La Città della Pizza: L'Idea della Pizza
Quando è nata la pizza, non possiamo attribuire una data precisa a questo evento; quel che è certo che molte popolazioni primitive già macinavano il frumento o il mais per poi miscelarlo con acqua e cuocerlo al fuoco. Ottenendo così un disco commestibile, sul quale appoggiare poltiglie vegetali o brandelli di carne brasata, in modo da poter mangiare tutto insieme. La pizza come la intendiamo noi oggi, nasce probabilmente nel Medioevo, quando Amalfi era una delle Repubbliche Marinare: i forni della zona sfornavano il pane biscottato, un impasto di farina e aqua lievitati e cotto due volte, questo pane rimaneva secco e si poteva mantenere durante tutti i mesi della navigazione. Alla fine del '400 Napoli fece sua questa tradizione che nel tempo si modificò, poco alla volta vennero aggiunti nuovi condimenti, modificata la cottura, fino ad arrivare alla fine dell'ottocento quando nacque la Pizza Margherita, grazie a Raffaele Esposito che la creò, in onore della Regina Margherita di Savoia: pomodoro, mozzarella e basilico per onorare la Regina e l'Italia! Da allora la vera pizza è questa assieme alla marinara, condita solo con pomodoro, aglio e origano. Infatti queste due tipologie di pizza sono quelle di base richieste ai partecipanti alla Città della Pizza, ma ciascuno di loro poi può esprimersi al meglio con i condimenti più svariati, con le tipologie di pizza preferite: tonda, in teglia, alla pala, a taglio, in ogni settore l'organizzazione dell'evento ha radunato i migliori pizzaioli. La sorpresa è che in molti casi hanno dichiarato di preferire l'uso il lievito di birra...
In questa occasione, incontrando alcune delle migliori firme del giornalismo gastronomico italiano, abbiamo voluto sapere cosa sia la pizza per loro.
Luigi Cremona: "Io che sono morigerato nel mangiare, quando mi trovo davanti la pizza non resisto, certo se nel piatto c'è ne è una a ruota di carro non la finisco ma altrimenti alla fine il piatto resta vuoto. Questo per dire che io amo la pizza, sopratutto la Margherita, che sia tipo romana o napoletana purché sia buona e fatta bene, Sono piuttosto critico invece sulla esagerata mania di rinnovamento, non basta mettere sulla pizza prodotti costosi è necessario inseguire la ricerca dell'eccellenza anche nella semplicità". Luciano Pignataro: "La pizza è il cibo del futuro, è il lusso accessibile a tutti, negli ultimi anni sono migliorati i prodotti, le farine le tecniche, e quindi oggi insieme allo stile napoletano oggi ci sono tanti stili diversi, ed è bello che in Italia anche nel campo della pizza essatano tante differenziazioni dettate dalla territorialità così come avviene in tutta la cucina.". Paolo Marchi: "Io sono Milanese e nella mia città non esiste una vera tradizione di pasta, di conseguenza anche la pizza da noi non ha trovato campi fertili per svilupparsi. Oggi che la pizza ha conquistato nuovi orizzonti, i milanesi, ai quali fa piacere dimostrare le loro possibilità di spendere, più facilmente si recano in pizzeria perché la pizza è cresciuta si di livello ma anche di prezzo. Eleonora Cozzella: "La pizza raccoglie attorno a se l'universalità, piace a tutti; è la convivialità. E' la bandiera del made in Italy, ma poi si esprime in tantissimi modi, in ogni paese trovi la pizza alla napoletana ma anche quella che si esprime attraverso la territorialità del luogo. Oggi ci sono professionisti eccellenti, mentre qualche tempo fa il pizzaiolo era considerato un artigiano di serie b, ma è anche vero che la richiesta del consumatore è cresciuta molto, entrambi i fenomeni hanno contribuito alla crescita esponenziale della pizza.". Fabio Turchetti: La pizza è un'invenzione straordinaria, uno dei massimi esempi nella storia dell'uomo di fare necessità virtù, dove un semplice disco di impasto diviene un sistema nutrizionale perfetto; è davvero un piatto universale, penso che sia tra i piatti cucinati dall'uomo il migliore, di una sintesi straordinaria.". A conclusione di questa carrellata di dotte descrizioni della pizza non ci rimane che apprezzare l'iniziativa di Vinòfoum di aver organizzato questa seconda edizione di La Città della Pizza, che ha richiamato attorno a sé non solo i grandi nomi della critica gastronomica e i grandi maestri pizzaioli di tutta Italia, ma sopratutto un cornice di pubblico e appassionati davvero indescrivibile non solo come quantità ma anche qualitativamente preparata.